martedì 1 maggio 2007

Cronologia del Complesso di Santo Stefano a Bologna

Cronologia

IIsecolo : Probabile costruzione del tempio di Iside.

IV secolo (387ca.): La diocesi di Bologna è guidata dal vescovo Zama e fa parte della provincia ecclesiastica di Milano.

330-393 : Edificazione della basilica dedicata ai Santi Vitale e Agricola e translatio dei corpi dei due martiri nella basilica.Ambrogio da Milano si reca a Bologna e assiste al ritrovamento dei corpi dei protomartiri bolognesi.

407: Parziale distruzione della basilica dei Ss. Vitale e Agricola, causata forse dall'assedio di Alarico.

Vsecolo: Consolidamento e ampliamento delle principali sedi del culto cristiano:cattedrale e basilica di Santo Stefano.

410: Probabile viaggio di Petronio in Terrasanta.

431/432-450: vescovado di Petronio

VIII secolo (728) Bologna è occupata dai Longobardi.Liutprando e Idelbrando non modificano l'impianto esistente della chiesa di Santo Stefano, ma tra il 736 e il 744 vi fondano accanto una nuova chiesa, dedicata a San Giovanni Battista.

786: Carlo Magno preleva le reliquie dei Santi Vitale e Agricola, scambiate con i sacri resti di origine franca, e le trasporta nella cattedrale di Clermont.

887: il vescovo di Maimberto dona al vescovo di Parma il complesso di Santo Stefano. CarloIII il Grosso conferma al vescovo parmense il possesso della Sanctum Stephanum qui vocatur Sancta Hierusalem. L'editto è la prima attestazione dell'esistenza del complesso stefaniano.

902: Distruzione della Rotonda ad opera degli Ungari.

973: Il complesso di Santo Stefano torna al vescovo di Bologna Adalberto.Nel monastero si stabiliscono (o ritornano) i Benedettini.

1019: le reliquie dei Santi Vitale e Agricola vengono, con solenne cerimonia, traslati (3 marzo 1019) nella cripta (o confessio) della chiesa di San Giovanni Battista, fatta costruire dall' abate Martino, con licenza dal vescovo Frugerio e l'assenso dei canonici.

XI-XII secolo: Codex Angelicus 123 della prima metà dell'XI secolo e il Codice Universitario 1473 del XII secolo (cominciato a scrivere nel 1177 o 1178 per commissione dell'abate Landolfo e terminato il 14 novembre 1180) sono i due più antichi codici prodotti dal monastero Stefaniano.

1097-1100: Secondo rinnovamento edile, del periodo della prima crociata, che interessò i monaci Benedettini stefaniani intenti a restituire alla città la Jerusalem bononiensis, quel luogo rappresentativo e simbolico della "Gerusalemme" celeste, metà di quell' itinerario preparatorio al grande pellegrinaggio gerosolimitano.

1141 (4 ottobre) Ritrovamento delle reliquie di San Petronio nella chiesa di Santo Stefano, avvenuto sotto il vescovo di Enrico (1130-1145). Il Sermo de inventione sanctarum reliquarum ce ne dà una preziosa testimonianza. Completamento del convento (piano superiore del chiostro).

1164 e il 1180: Vita di San Petronio, monaco anonimo della basilica di Santo Stefano.

1144: Papa Lucio II che confermerà i possedimenti dei vescovi e della chiesa bolognese menzionando il monastero stefaniano e il suo appellativo di "Jerusalem".

Fine XIV secolo: I monaci di Santo Stefano, per controbilanciare il danno subito dalla costruzione della chiesa di San Petronio (decisione presa nel 1388 dal comune di Bologna), tentano di riportare l'attenzione dei fedeli e dei pellegrini a quel Symon Pietro di cui si era ritrovato il corpo e l'arca nel 1141, manifestando la tradizione che il corpo di San Pietro fosse stato portato da Roma a Bologna nel complesso stefaniano (chiesa di San Pietro, l'attuale chiesa dei SS. Vitale ed Agricola) da san Petronio. L'episodio ebbe come conseguenza la cessazione del culto di Symon Pietro da parte di papa Eugenio IV, il quale ordinò la chiusura la chiusura della chiesa, facendone murare le porte. Riapertura ed il restauro della chiesa di San Pietro. Arrivo dei monaci benettini della congregazione di san Pietro a Maiella, detti celestini, già pesente a Bologna dal 1368.

Inizio XV secolo: I monaci benedettini celestini incominciano a "prestare" ai canonici di San Petronio il reliquiario contenente il suo capo e fanno redigere un atto notarile che attesta la consegna e ne impegna alla restituzione fornendo a garanzia di ciò diecimila scudi.

1442 (9 ottobre): Donazione da parte dell'abate di Santo Stefano di un osso del corpo di San Petronio alla chiesa di San Giovanni in Monte.

1445: Costruzione dell'ospedale di San Bovo, attuale chiesa di Loreto, antica sede della compagnia dei Longobardi. I Longobardi si uniscono alla compagnia di S.Maria degli Angeli dando vita alla "Compagnia di S.Maria degli Angeli dei Longobardi". Le adunanze della compagnia dei Longobardi non vennero più fatte nella tradizionale sede presso il Complesso di S.Stefano, ma presso l'ospedale di S.Petronio.

1509: La compagnia dei Longobardi si stabilisce presso l'antica sede di S.Stefano.

1743: La reliquia del capo di San Petronio viene donata dai monaci dell'abbazia di Santo Stefano a Benedetto XIV, che a sua volta la dona ai canonici della basilica di S.Petronio. Da allora il capo del santo è conservato nella basilica di San Petronio. Da allora il capo del santo è conservato nella basilica a lui dedicata.

1797: Soppressione della congregazione dei monaci benedettini celestini che dal 1493 abitava il santuario di Santo Stefano. Dopo temporanea unione a san Giovanni in Monte, il complesso dipese direttamente dal vescovo della città che lo reggeva per mezzo di un vicario. Il monaco camaldolese Andrea Gioannetti, cardinale di Bologna (1722-1800), assume direttamente la propietà dell'abbazia.

1941: arrivo dei monaci benedettini Olivetani che accolsero la proposta del cardinale Nasallli Rocca (1922-1952) di trasferirsi in Santo Stefano: quattro monaci presero possesso dell'antico dormitorio monastico, insieme agli altri presenti condomini.

1 commento:

terza liceo ha detto...

di Franci Manuele